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08 Marzo 2021 - Ufficio Stampa
Avete presente quando vi dicono che una soluzione non c’è ma una strada va trovata?

Ecco, è la sfida principale con cui faccio i conti ogni giorno. Tutti i report ci dicono che le risorse del nostro Pianeta si stanno esaurendo e che le ricadute sociali saranno immense se non interveniamo subito. E ormai lo abbiamo capito, per cambiare le cose non basta l’impegno di uno: serve lo sforzo di tutti. Lo vedo nell’azienda dove lavoro, Irritec, che mio padre e mio nonno hanno fondato a metà degli anni Settanta in Sicilia, la mia terra d’origine. Ci occupiamo di sistemi di irrigazione di precisione per ridurre i consumi di acqua ed energia nel mondo, ma ogni sistema che creiamo è innanzitutto frutto di un lavoro di squadra. Nasce da una condivisione di idee, di intuizioni, di persone che insieme trovano quella strada che all’inizio non sembrava non esistesse. Quella di un’agricoltura più sostenibile, appunto.
Soprattutto in questo settore e, in generale nell’ambito della sostenibilità, la condivisione e la cooperazione sono indispensabili: solo agendo con un chiaro obiettivo di miglioramento collettivo è possibile raggiungere risultati importanti.

Ma non solo. Ci vuole passione per quello che si fa, e spesso anche un modo di pensare non immediato, non lineare. Che va ricavato, prendendo spunto anche da qualcosa che apparentemente non c’entra nulla. Con creatività, per dirlo in una parola. L’ho imparato mentre studiavo Economia a Milano e intanto mi dedicavo anche a due mie grandi passioni: la recitazione e la fotografia. Entrambe hanno contribuito a far nascere in me una personale attitudine che ho poi portato in azienda e che mi ha aiutato, insieme ai colleghi, a creare quelle connessioni fondamentali per costruire un futuro sostenibile. Grazie al lavoro di squadra, allo scambio di competenze e idee, sono nate le soluzioni migliori e i progetti basati sulla partecipazione diretta degli agricoltori. È la filosofia che guida, per esempio, programmi di Irritec come Green Fields, che abbiamo lanciato nel 2015 per incoraggiare gli agricoltori a smaltire correttamente i prodotti in plastica dopo l’uso, oppure i nostri progetti in Senegal, dove abbiamo appena aperto un sito e dove avvieremo un programma per formare progettisti e manutentori locali. Perché se vogliamo cambiare, dobbiamo farlo insieme, anche quando il cammino sembra pieno di ostacoli. Altrimenti non si va da nessuna parte.

E lo dico soprattutto alle ragazze, in quest’anno che mi chiama anche a una grande responsabilità verso noi donne dopo la nomina come SDG Italy Pioneer 2020 da parte del Global Compact Network Italy: credete nei vostri progetti, pensate fuori dagli schemi e condividete con chi vi sta attorno. Solo così possiamo migliorare le cose, per noi stessi e per tutti.