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11 Ottobre 2021 - Ufficio Stampa
Sono un eretico

Sono un eretico.

Ma non nel senso dispregiativo e denigratorio del termine, no, bensì nel significato “originale” della parola: Ereṡìa: dal greco αἵρεσις, propr. «scelta», derivazione di αἱρέω «scegliere» [Treccani].

In origine dunque un eretico era colui che sceglieva, colui che valutava e di conseguenza prendeva una decisione, una decisione presa da lui stesso e non da altri per lui. Ecco dunque che posso serenamente dire a me stesso che lo sono, anche io sono un eretico: ho fatto delle scelte, non sempre facili o non sempre chiare neanche a me stesso, ma le ho fatte.

E ripensandoci è forse proprio questo uno degli aspetti più importanti nella vita, perché tutto parte da qui: scegliere.
Che sia qualcosa di piccolo o qualcosa di importante, che sia un un paio di scarpe o che sia la decisione che ti farà cambiare vita, in comune hanno quella cosa preziosa che si chiama “responsabilità”. Perché scegliere comporta assumersi una responsabilità, è farlo significa avere preso in mano la barra del timone della propria barca.

Viviamo in un mondo molto complesso in cui vediamo che tutto è praticamente sempre colpa di qualcun altro: di chi è venuto prima di noi, è colpa del governo precedente, è colpa dell’insegnante, è colpa dell’arbitro, è colpa dei social, e via dicendo. E in questo equilibrio ci troviamo bene, perché ci permette di criticare, di arrabbiarci, di insultare e diventa piacevolmente semplice assumercene le lodi quando il termine “colpa” si trasforma in “merito”.
Ci troviamo bene, apparentemente. Già. Ma rimane sempre l’amarezza velata del sapere benissimo che non è così e tutto può rapidamente sfociare in tristezza, solitudine e chissà dove ancora.

Forse è per questo che il termine eretico nel corso della storia ha assunto connotati dispregiativi? Può darsi…non lo so.
Ma so che il potere di fare una scelta può cambiare il mondo, o semplicemente la mia vita. Che non è poco.