Categorie: Università
Tags: Francia, Estero, College universitario, Boston, Università
Frequento l’università SciencesPo di Parigi, ovvero l’Istituto di Studi Politici di Parigi.
È un’università semi-pubblica e ha una politica di democratizzazione d’accesso molto funzionante.
In effetti, la retta è calcolata in funzione dei redditi dei genitori e della struttura della famiglia dello studente (famiglia numerosa per esempio): per farla breve: ognuno paga quello che la famiglia può pagare. Io, venendo da una famiglia numerosa e con un solo reddito, pago molto meno rispetto ad altri compagni.
SciencesPo si divide in 7 campus, di cui 6 sono specializzati in specifiche aree del mondo al contrario di quello di Parigi che è più generalista. Per maggiori informazioni: http://www.sciencespo.fr/%C3%A0-propos/nos-campus
SciencesPo è una delle università più selettive di Francia, con un tasso di ammessi di 10%. Questo permette di mantenere alta la qualità degli studenti entranti, uscenti e del corpo professori.
Per entrare a SciencesPo bisogna passare un concorso, che può essere di due tipi: internazionale o nazionale, in funzione di vari criteri.
Attenzione però: uno studente italiano residente in Francia e facente un diploma francese (maturità), sarà obbligato a passare il concorso nazionale, poco importa il suo livello di lingua francese. È stato il mio caso.
Per questa procedura (che dura da Settembre a Maggio, durante l’ultimo anno di superiori unicamente) bisogna inviare un dossier (con voti del Liceo, CV, lettera di motivazione, lettere di raccomandazione) prima di essere convocati ad un orale di mezz’ora in lingua francese e nella lingua dell’area geografica di cui si occupa il campus delocalizzato richiesto.
La particolarità di SciencesPo è che il percorso di laurea è comune a tutti. Questa laurea, chiamata Collège Universitaire è costituta da tre anni di studio, di cui uno è obbligatoriamente all’estero. Si studia di tutto e ci si può specializzare un poco nelle matiere che ci interessano di più.
Personalmente sono al secondo anno e mi sto preparando per andare a Boston per il mio terzo anno.
La scelta di SciencesPo è arrivata un po’ come un fulmine a ciel sereno. Ero in Francia in anno di scambio delle superiori, pensavo di fare qualcosa di molto generale una volta tornata in Italia, come giurisprudenza o psicologia, per lasciarmi tante porte aperte ma chiaramente non avevo abbastanza aiuto nell’orientamento universitario.
Ho scelto SciencesPo dopo che alcuni amici (e adulti) francesi mi hanno detto che mi sarebbe piaciuta. Ho tentato il concorso senza troppe speranze e alla fine sono stata presa, non tanto per i miei risultati scolastici (buoni ma nemmeno eccellenti) ma per la diversità dei miei impegni sociali e interessi. Cultura generale e proattività extra-scolastica quindi, che sono molto apprezzati in questa scuola.
I corsi a SciencesPo sono incredibili.
Abbiamo la fortuna di avere dei professori validissimi e soprattutto non insegnati di base perché la loro particolarità è quella d’insegnare il loro lavoro (per esempio, un professore di Scienza Politica sarà un deputato o un senatore) e non (solamente) ciò che hanno imparato sui libri.
Un semestre a SciencesPo dura solamente 12 settimane, che sono intense fino dal primo giorno ma che hanno il vantaggio di lasciarci molto tempo libero da spendere in stage, associazioni o viaggi durante le vacanze.
I corsi seguono delle strutture differenti in funzione della loro “importanza”:
Le modalità di valutazione sono di due tipi, che costituiscono il voto finale.
Durante il semestre, nelle Conférences de Méthode, c’est il “controllo continuo”, ovvero una serie di 4 o 5 voti dati da: presentazioni, dissertazioni o compiti a casa da consegnare in classe, verifiche e un galop d’essai, generalmente a metà semestre, che è come l’esame finale ma sulla sola prima metà del programma.
Poi, alla fine del semestre, ci sono gli esami (tutti scritti): uno per ogni materia e il più spesso sotto forma di dissertazioni.
Per quanto riguarda i tempi dell’università siamo abbastanza privilegiati perché pur iniziando presto il primo semestre (fine Agosto), finiamo gli esami del primo semestre prima di Natale (quindi ci godiamo il cenone senza ansia) e ricominciamo quasi un mese dopo le lezioni del secondo semestre. Inoltre, la sessione estiva finisce verso fine Maggio (mentre quella Italiana finisce a Luglio.
Parigi o la ami o la odi. È certamente una città caotica, che va a 100 all’ora e che non si ferma mai. Può essere stressante se aggiunto allo stress dell’università.
Ma d’altro canto questo è il prezzo da pagare per una città che, oltre ad essere splendida, è ricchissima di cultura, arte, politica. Insomma, è un po’ il polmone battente del paese. Via che corri, concerto – ristorante – esposizione – manifestazione che trovi. E per quanto riguarda la vita notturna, niente inquietudine, Parigi non dorme mai e ci sarà sempre un posto in cui andare a festeggiare alle prime ore del mattino!
Ma la pecca più grande di Parigi sono sicuramente i suoi prezzi proibitivi. Innanzitutto per gli appartamenti ma anche per i costi della vita quotidiana.
Cercate il più possibile di trovare un appartamento nel perimetro interno della città perché i tragitti in metro possono rapidamente diventare spossanti, ma non spaventatevi dagli scarsi m2 offerti per una stanza: spesso sono talmente ben organizzate che ci sembra di avere il doppio dello spazio! Per quanto riguarda i costi quotidiani come il cibo, ci sono piccoli supermercati sparsi letteralmente dappertutto ma sono di maniera generale carucci.
Per questo ci sono tante applicazioni e startups che stanno approfittando di questa difficoltà per rendere l’alimentazione a Parigi più democratica ed ecologica come “TooGoodToGo”, un’applicazione che ti permette, a fine giornata, di recuperare gli invenduti dei negozi/ristoranti vicino a te.
Infine, non ho avuto particolari difficoltà (fortunatamente) ad installarmi a Parigi e a farmi degli amici. Vuoi per una mia apertura mentale o vuoi per l’atmosfera incredibile che ti spinge ad andare verso gli altri, credo che non sia difficile socializzare a Parigi (soprattutto negli ambienti un po’ chiusi e protetti come quello di SciencesPo).
Scegliere SciencesPo era per me una necessità perché non sapevo esattamente cosa volevo fare da grande e SciencesPo apre una quantità di porte incredibile. All’uscita sappiamo tutto ma non siamo specialisti di nulla: la specialistica serve proprio a questo!
Benché due anni fa non sapessi assolutamente nulla sul mio futuro professionale, ora, dopo aver seguito 5 corsi sulla materia, so che voglio fare l’imprenditrice. SciencesPo mi ha dato una base ispirazionale e non necessariamente tecnica per arrivarci ma mi ha permesso di esplorare moltissime materie senza approfondirle troppo. Ora, per la specialistica, sarò perfettamente orientata verso quello che voglio fare davvero!
Tra 5 anni mi vedo come giovane imprenditrice sociale, in giro per il mondo. Non guadagnerò molto ma perlomeno sarò io stessa protagonista della mia vita e del mio business. Tra 10 e 20.. spero che sarò ugualmente intraprendente e viaggiatrice.
Se dovessi dare ora un consiglio ai ragazzi delle superiori che devono scegliere il loro percorso universitario direi loro di essere ambiziosi e di fare scelte all’altezza della loro ambizione. Se sapete cosa fare: correte a prendervi un posto che vi offre la possibilità di farlo; se non lo sapete: datevi il tempo ed esplorate il più possibile i campi che vi interessano con delle formazioni generaliste prima di buttarvi nella vostra passione!