Lucia Bignami – 1994 – studentessa universitaria
Il mio percorso universitario può sembrare abbastanza inusuale e desta spesso stupore ed ammirazione in tutte le persone a cui ne parlo. In realtà ritengo che si sposi perfettamente con le richieste esagerate dell’ambiente competitivo in cui i giovani si trovano a barcamenarsi oggi nella speranza di trovare un impiego in qualcosa in cui sono portati e in cui sognano di lavorare, diritto sacrosanto, troppo spesso negato anche a coloro che si impegnano di più.
Dopo il liceo scientifico ho deciso di iscrivermi alla facoltà di Lingue Culture e Società dell’Asia e dell’Africa Mediterranea, conosciuta come Lingue Orientali, e ho scelto di studiare lingua araba. Per tantissimo tempo non ho saputo dare una risposta precisa e sensata alla domanda sul perché avessi scelto questa facoltà. Oggi mi sento di dire che, seppur io abbia scelto per esclusione informandomi su un po’ tutte le facoltà, ho sicuramente scelto quello che si addiceva maggiormente ai valori in cui ho sempre creduto fin da piccola: il dialogo con le diverse culture, l’accoglienza, la conoscenza dell’altro. E sicuramente era qualcosa che mi sarebbe piaciuto. Se a 19 anni sapevo solo che mi piaceva viaggiare, oggi so che mi appassiona studiare le culture e le persone di culture diverse, e alla fine è un po’ la stessa cosa.
Ca’ Foscari non è diversa da tutte le altre università di lingue; l’insegnamento delle lingue in generale in Italia andrebbe riformato su tutta la linea: si concentra molto spesso solo sulla grammatica e troppo poco sullo speaking. È un metodo comune a tutte le università italiane di lingue che spesso, infatti, incitano gli studenti a fare scambi internazionali o ad andare ad approfondire e migliorare la lingua nel paese in cui viene parlata. Tra tutte le lingue sicuramente l’arabo richiede molta pazienza ed è un lungo percorso di frustrazioni e grandi soddisfazioni. Il percorso di lingue orientali di Ca’ Foscari si concentra molto sullo studio della cultura. La cultura araba viene affrontata dal punto di vista di tante diverse discipline e la conoscenza della società, della storia e della filosofia cresce insieme alla comprensione e all’uso della lingua, solo modo di codificare veramente una cultura.
Terminato il percorso triennale di Ca’ Foscari, sono stata selezionata insieme ad altri nove studenti per prendere parte ad un percorso di laura binazionale, con ottenimento di doppio diploma, tra l’Università degli Studi di Torino e l’Ecole de Gouvernance et Economie de Rabat (Marocco). Il percorso manteneva lo studio della lingua araba (nella parte svolta in Marocco) e si concentrava sull’aspetto sociologico, antropologico, politico ed economico delle culture del Mediterraneo. Il percorso da me scelto porta all’ottenimento del titolo di laurea magistrale in Scienze Internazionali presso l’Università di Torino (la scelta comprendeva come opzioni anche Antropologia e Comunicazione Pubblica e Politica) e del titolo di master in Analisi Comparata delle Società del Mediterraneo presso la scuola di Rabat sopra citata.
Tenendo conto delle esperienze durante la laurea triennale e il percorso previsto dal master ho trascorso in Marocco un periodo complessivo di circa un anno. Il Marocco ha messo alla prova la mia capacità di adattamento e ha stimolato la mia mente in modo incredibile. Spesso si cerca di far capire agli studenti e ai giovani quanto le esperienze all’estero siano importanti per essere appetibili sul mercato del lavoro e si dimentica di dire quanto siano importanti per la crescita personale dell’individuo. L’esperienza in Marocco mi ha insegnato a cercare sempre di capire profondamente le cose che vivo e a perseguire sempre una risposta alle mie domande.
Adesso sto scrivendo la tesi per la laurea magistrale, ultimo atto di questo percorso universitario che mi sono disegnata su misura guardando solo a quello che mi piaceva e cercando sempre di trovare il coraggio per fare scelte impegnative. In questi cinque anni trascorsi quasi sempre lontano dalla mia città natale, Brescia, non mi ha mai abbandonato il pensiero di non riuscire a trovare una stabilità in futuro. Questo pensiero per me oggi è rappresentato dalla chimera del lavoro fisso; non ho ancora iniziato a cercare e spero di non trovarmi presto a rimpiangere le scelte fatte fino ad ora. Se oggi mi chiedono cosa voglio fare da grande rispondo che lavorare nel non-profit è forse stato il mio sogno da sempre, anche se a 19 anni non avevo idea di cosa fosse, non mi sento però ancora di abbandonare il sogno che avevo fin da piccola di fare la giornalista. Non sono stata fortunata, ho solo scelto un ambito che sicuramente mi sarebbe piaciuto e ho pian piano delineato i miei interessi.
Ad un ragazzo o ragazza che si affaccia oggi al mondo dell’università e che deve scegliere il proprio percorso vorrei consigliare di studiare a fondo tutte le possibilità, cercare il più possibile di ascoltare e leggere esperienze di altri. Consiglio di non farsi prendere dall’ansia perché nessuna scelta è definitiva e ogni scelta si compone di mille percorsi diversi. Spesso a 19 anni non si ha in mente ogni singolo passaggio della vita e non si ha un sogno incredibile che si vuole realizzare e questo non deve spaventare. Le aspirazioni e le ambizioni maturano pian piano che si segue un percorso. Quando si sceglie qualcosa che piace non si può sicuramente sbagliare.