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25 Novembre 2024 - Ufficio Stampa
Chi sa giocare, trova la sua strada

Sono Franco Dominici e sono il fondatore di Segis Spa. Quello che ho fatto, nella vita, non è un qualcosa che si programma: è lo sviluppo di un’idea che è maturata via via che imparavo a conoscere il lavoro.
Quasi nessuno a vent’anni ha davvero le idee chiare sul proprio futuro; ma, se si mantengono curiosità verso il mondo e impegno, poi ci si trova a imboccare una strada che scopri essere quella che ti è davvero congeniale.

Qual è la vera eredità della Toscana?

Visto che siamo tutti toscani, fatemi aggiungere due parole sulla nostra regione.
C’è la Toscana del turismo, quella da cartolina; l’arte e le bellezze che conosciamo bene.
C’è però molto di più, nell’aria. C’è uno spirito irriverente che sfocia nell’avventuroso. Si parla spesso della tradizione del lavoro artigiano, di un’idea di passione per il lavoro un po’ patinata, sì… ma a me piace piuttosto sottolineare la voglia di prenderci in giro, sdrammatizzare, sovvertire qualche regola quando diventa un gesso che immobilizza.
Ecco, secondo me è così che nascono i capolavori o quantomeno quelle cose che chiamiamo “eccellenze”: quando si mantiene anche lo spirito del gioco nel proprio lavoro.
Senza questo spirito, Segis non sarebbe mai nata.

Viaggiare. Conoscere. Cambiare.

Nel corso della mia carriera ho avuto l’opportunità di lavorare in diversi settori e viaggiare all’estero. Ogni esperienza mi ha arricchito e ha contribuito a creare in me quel tipo di sensibilità verso l’innovazione che poi ho riversato in Segis.
Ho lavorato a lungo nel mondo della ristorazione, imparando molto sul mondo del lavoro in generale. Sono poi passato al settore della moda, e in particolare nel segmento lusso.
Questa esperienza per me si è rivelata davvero importante perché mi ha aiutato a maturare una mia idea di concetti come qualità e design.
Chi non è del settore pensa che il design sia una questione di estetica, ma non è così: è cercare modi nuovi per risolvere problemi e migliorare la vita delle persone.
Negli anni ’80, quando ho fondato Segis, c’erano tanti problemi di cui si parlava già ma che non erano ancora stati affrontati dalle aziende (tranne pochissime eccezioni): primo tra tutti il tema dell’ecologia.
Segis quindi non è nata per fare le cose come le facevano tutti, è nata per portare davvero “design innovativo”.
Design innovativo che si è concretizzato in sedie ricavate da materiali sostenibili quando ancora nessuno lo faceva; in processi di ingegnerizzazione della produzione che consentivano di abbattere i costi alzando al contempo la qualità; nella sperimentazione di forme nuove, o di materiali nuovi. Un lavoro serissimo o e un bellissimo gioco? Non saprei dirvelo, sinceramente. Sicuramente un percorso impegnativo.

Da soli non si realizzano grandi cose

I discorsi sull’importanza del lavoro di squadra suonano spesso retorici, ma sono veri. Visto che ho scelto fin dall’inizio di puntare su un grande design, mi servivano grandi designer.
Devo dire che questa scelta ha dato i suoi frutti: Segis negli anni ha collaborato con nomi famosi e con emergenti di talento; ha collezionato premi prestigiosi a livello internazionale; è diventata un nome importante nell’ambiente contract e ha raggiunto letteralmente tutto il mondo, dalle Americhe all’Asia fino all’Australia.

Se mi aveste chiesto tanti anni fa (non diciamo quanti…) cosa avrei fatto da grande, di sicuro non avrei avuto la minima idea di tutto questo.

In conclusione…

In conclusione, non mi sento una persona adatta a fare il maestro di vita: è una veste troppo seriosa per me. Vi dico solo che se ancora non sapete quale sarà il vostro futuro, non è così importante. Cominciare a “fare”, e soprattutto a “fare bene”. Il resto, poi, arriva…