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26 Novembre 2021 - Ufficio Stampa
Ciao, mi chiamo Francesca e amo definirmi un’ideatrice!

Ciao, mi chiamo Francesca. Sono  una ex pallavolista, una ex docente universitaria, una ex vicepresidente di una start up. Oggi amo definirmi una ideatrice!

Per anni mi sono scervellata nella ricerca della “risposta giusta”. Intendo, la risposta esatta, quell’unica risposta giusta, quella che presentava i canoni imposti dal contesto, che mi permetteva di essere considerata “adeguata” e non fuori posto, di prendere un 10 piuttosto che un 6. È mai capitato anche a te?

Le risposte giuste sono quelle che ci permettono essere ammessi ad un corso, vincere a un quiz, superare gli esami e un colloquio di lavoro, rendere felici i genitori e orgogliosi gli insegnanti per aver fatto un ottimo lavoro forgiando il nostro talento.

È la logica binaria che governa oggi anche la tecnologia informatica: on/off; giusto/sbagliato; successo/errore. Cercare “la risposta” significa pensare che tutte le altre possibili alternative siano sbagliate, che le deviazioni siano errori, le eccezioni dei vicoli ciechi, che ad essere inesatto è sempre il risultato e mai la domanda (magari posta male). Pensiamo sempre che ad essere sbagliati siamo noi, non il mondo che ci sta attorno.

Quando ho imparato a liberarmi dai giudizi altrui e da quello che la società reputa giusto, ho compreso che dovevo andare alla ricerca di “una risposta”. E in questa ricerca ho scoperto che non sempre esiste una risposta giusta in assoluto, ma esiste sempre la risposta giusta per noi. Che di risposte ne esistono tante, che le soluzioni molto spesso sono maggiori dei problemi.

Semplicemente non le vediamo perché ci siamo abituati a mettere i paraocchi al nostro intelletto, a indossare lenti binarie che creano false certezze. Imparare a guardare alle cose e alle situazioni non come sono ma come potrebbero essere, mi ha aiutata ad allargare la prospettiva, a non rendere le mie posizioni e risposte rigide, a non essere intollerante ma disponibile verso altre alternative. Anche quelle che non avevo avuto il coraggio di immaginare. Perché, a volte, le risposte giuste sono dove non osiamo guardare.