Sono entrata in magistratura nel 1986, e dopo un breve periodo come giudice penale ho svolto funzioni di giudice del lavoro di primo e di secondo grado, sempre a Torino. Da tre anni lavoro alla Procura Generale presso la Corte di cassazione, addetta al servizio civile, e continuo ad occuparmi di giustizia del lavoro, materia che per me è sempre oggetto di studio e di aggiornamento. Negli anni ho cercato di dare il mio contributo all’elaborazione sui temi di maggiore interesse, ma il fronte primario del mio impegno è sempre rimasto quello della giurisdizione, a cui non ho fatto mai venire meno la mia dedizione assoluta ed ancora appassionata.
Il passaggio alle funzioni di legittimità mi ha dato la speciale opportunità di alzare uno sguardo più largo sulla realtà degli uffici giudiziari del Paese. Il ruolo di “vertice” della giurisdizione attribuito alla Cassazione dovrebbe comportare che delle sue attribuzioni, delle sue modalità di funzionamento e di organizzazione, della conseguente qualità della sua risposta, non ci si limiti a discutere entro il perimetro di piazza Cavour. La giurisdizione di merito deve tanto, è ovvio, agli uffici di legittimità, ma questi non possono ignorare le aspettative della giurisdizione diffusa, a meno di una anacronistica autoreferenzialità. Spetta anche al CSM dare il proprio impulso al ruolo della giurisdizione ed alla sua centralità nello sviluppo e nella tutela dei diritti.
Il mio impegno associativo in Magistratura democratica ed in AreaDG, a cui si associa quello per la rivista Questione Giustizia, è parte integrante della mia formazione. AreaDG è nata (e io ne fui tra gli artefici) per allargare il recinto che racchiudeva i gruppi fondatori ed andare ad includere quanti chiedevano il superamento di ogni logica di appartenenza, soprattutto nell’autogoverno, pur in una comune cornice di riferimento valoriale. Molta strada ha fatto AreaDG da quella iniziale intuizione, che evidentemente resta valida e sentita da tanti. Perché si consolidi la rappresentanza di una magistratura di orientamento progressista, tenuta insieme dalla visione anticorporativa ed antigerarchica, è innanzitutto essenziale la capacità di abbracciare le diverse storie che l’hanno generata, per trarre da esse un’elaborazione comune, forte e condivisa.
Data aggiornamento curriculum: 10/07/20