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Tags: Specialita', Università, Brescia, orientamento universitario, Medicina
Frequento il primo anno presso l’università di medicina a Brescia. È un’università statale, la cui retta viene calcolata in base al suddetto ISEE, ovvero un parametro che indica la situazione economica familiare basandosi su diversi criteri. Questo permette di rientrare in certe fasce di reddito che consentono di avere non solo una retta molto economica, ma anche, per esempio, numerosi sconti nella mensa universitaria e un maggiore accesso alla vincita di borse.
L’ammissione alle facoltà pubbliche di medicina in Italia viene effettuata mediante un test selettivo, che si svolge generalmente a settembre. Questo test consta di 60 domande a risposta multipla (ogni domanda ha 5 possibili risposte, di cui una sola è corretta), suddivise in 20 domande di logica, 2 di cultura generale, 18 di biologia, 12 di chimica e 8 di mate/fisica. Il programma che viene richiesto al test corrisponde al programma di studio della maggior parte delle scuole superiori, pertanto il grado di difficoltà delle domande è sicuramente fattibile con una buona preparazione nozionistica e con molto esercizio.
Qual è il vero problema del test? L’immenso numero di persone che lo tentano rispetto al numero di posti disponibili. Quando io ho provato il test eravamo in 68000 in tutta Italia a competere per grossolanamente 9000 posti sparsi in tutte le sedi. Inevitabilmente quindi la maggior parte degli iscritti restano fuori.
Quando ci si iscrive sul sito https://www.universitaly.it/, bisogna scegliere l’ateneo presso il quale verrà svolto il test; oltre a questo si possono scegliere tutte le città italiane con facoltà di medicina e odontoiatria e metterle in una lista in ordine di preferenza. In base al risultato ottenuto all’esame vengono quindi esaminate le prime richieste dei candidati con maggiore punteggio, che otterranno verosimilmente un posto nella loro prima scelta, andando a scalare con le preferenze successive fino ad esaurimento posti.
Il consiglio fondamentale che posso dare è sicuramente quello di essere davvero motivati e volenterosi. Questo test purtroppo non attua una selezione attitudinale né basata sulla motivazione di poter praticare questa professione. È un test di furbizia e rapidità, dove vince chi riesce a mantenere il sangue freddo e a concentrare tutte le sue energie in quei 100 minuti. Quindi armatevi di pazienza durante l’estate, voglia di intraprendere questa carriera e tanto amore per quello che state andando a fare, perché dopo il percorso è lungo e impegnativo, ma se lo volete davvero, vedrete che ne vale la pena.
Pur essendo sempre stata motivata a fare medicina, alla fine della terza media ho scelto di frequentare un liceo classico. In quarta superiore ho deciso di fare un anno all’estero, e, dopo averlo trascorso in Germania a Berlino, ho voluto concludere la mia carriera scolastica proprio lì. Dopo la maturità ho provato il test di medicina, ma purtroppo avevo troppe lacune nozionistiche in tutte le materie scientifiche richieste, per cui non l’ho passato. Tuttavia, dopo essermi preparata per un anno, sono finalmente entrata nella mia prima scelta, ovvero Brescia.
Ora ho affrontato il primo semestre e sto per concludere il secondo. Quest’anno è proprio volato, ed è vero il detto: il tempo vola quando ci si diverte! Essendo il percorso molto lungo (6 anni + 4/5 di specialistica), è fondamentale avere amore e passione per le cose che si stanno studiando, perché proprio queste, secondo me, consentono di affrontare lo studio nel miglior modo possibile.
Qui a Brescia si inizia a frequentare l’ospedale solo a partire dal quarto anno per il tirocinio. La pratica è poca inizialmente, e si deve sempre studiare tanto. Proiettandosi però nella carriera da medico, questo è un lavoro che consente di aggiornarsi costantemente in ogni ambito, di svolgere sia attività di ricerca, sia umanitarie, oltre che cliniche. Inoltre bisogna ammettere che è comunque una professione eterna della quale, purtroppo, si necessita sempre. Quindi è sicuramente un lavoro stimolante e formativo, che consente di migliorarsi costantemente anche come persona.
I corsi sono molto teorici e le lezioni sono frontali, ognuna della durata di 2 ore. C’è obbligo di frequenza per cui si è tenuti a frequentare almeno il 70% delle lezioni, cosa che viene verificata con una firma in ogni materia. I professori sono scienziati e medici che praticano quotidianamente ciò che ti insegnano, ed è proprio questo secondo me la chiave fondamentale per noi studenti. In questo modo infatti ci trasmettono consigli preziosi, oltre che informazioni sulla materia, che ci torneranno sicuramente utili quando anche noi intraprenderemo questa carriera.
Alla fine dei periodi delle lezioni ci sono le sessioni d’esame sparse lungo l’anno accademico: le principali sono quella invernale e quella estiva, ma spesso ci sono anche appelli pasquali, autunnali o in altri periodi dell’anno. Gli esami possono essere sia scritti sia orali.
Alla fine delle sessioni c’è però quasi sempre un periodo per “rilassarsi” con tempo libero oppure dovendo solo frequentare le lezioni.
Essendo originaria di Brescia, ho la fortuna di poter frequentare l’università nella mia città natale. Grazie all’università ho potuto conoscere numerose persone, anche provenienti da altre sedi, con le quali si sono rapidamente formate nuove amicizie oltre che gruppi di studio. Questo consente di avere compagni, i cui impegni combaciano con i miei, in quanto condividiamo il medesimo calendario scolastico.
Inoltre, conoscere tante persone diverse permette di essere aggiornati sugli eventi e sui luoghi maggiormente frequentati dagli universitari.
Tuttavia devo ammettere che essere costantemente contornati da compagni universitari mi spinge a volte a voler fare qualcosa anche con altri gruppi di amici o a svolgere attività extrascolastiche. Poiché lo studio occupa la maggior parte del mio tempo, è sempre bello allontanarsi dalla realtà universitaria e dedicarsi ad hobby, amici e parenti che permettono di “staccare” per un po’.
La mia scelta universitaria è molto lunga e impegnativa, ma sono convinta che, ponendosi piccoli obbiettivi alla volta e avendo una grande motivazione, riuscirò ad arrivare alla fine con lo stesso entusiasmo con il quale ho iniziato. Ogni materia nuova che affronto mi dà uno spunto per la direzione che vorrei intraprendere, e spero di avere un’idea più chiara alla fine del percorso.
Non so ancora se nel futuro resterò in Italia, perché l’estero mi ha sempre stimolata e ancora adesso mi attrae parecchio.
Tra 10 anni mi vedo completamente soddisfatta a svolgere il lavoro che sono convinta faccia per me. Spero che questa mia motivazione non svanisca nei prossimi anni, ma sono certa di voler dare il meglio di me per raggiungere il mio obbiettivo.
Rivolgendomi ai ragazzi delle superiori che stanno per scegliere il loro futuro, non posso che consigliarvi di fare ciò che davvero davvero, e sottolineo davvero, vi interessa. Non abbiate paura di non riuscire a entrare al primo tentativo dove volete, di perdere un anno, di iniziare qualcosa che poi scoprite non fare per voi, perché tutte queste esperienze sono comunque fondamentali per la persona che diventerete e per quello che farete. Trovate la vostra vera passione e i vostri veri obbiettivi e inseguiteli, facendo di tutto per raggiungerli. Esplorate tutte le possibilità che avete davanti a voi. Sicuramente saprete quando avrete trovato la vostra strada e ne sarete davvero convinti ed entusiasti!
Sofia Filippini